Le emozioni dei bambiniPerché è fondamentale riconoscere e convalidare le emozioni dei bambini? Ce lo spiega la Dott.sa Procopio di Servizi in Zona
Tutte le emozioni hanno la stessa importanza e non dovrebbero essere considerate positive, negative o più consone alle donne invece che agli uomini. Per questo è fondamentale, sin dai primi mesi di vita dei bambini, gettare le basi per una loro crescita emotiva che non comprometta l’autostima e li accompagni verso la conoscenza di se stessi e dei propri vissuti. Quando i bambini si esprimono attraverso dialoghi o disegni, “raccontano” inconsapevolmente paure, preoccupazioni, gioia, entusiasmo che meritano la convalida e l’ascolto attivo dell’adulto di riferimento, in particolare dei genitori poiché non sono ancora in grado di descrivere da soli e con i giusti termini l’emozione provata. Come può realizzarsi questo? È auspicabile che gli adulti di riferimento abbiano o vengano aiutati ad avere quanto più possibile consapevolezza delle emozioni del bambino, per riconoscere anche nelle eventuali crisi di collera un momento evolutivo (le emozioni “negative” non passano ignorandole o punendo il bambino, ma quando si riesce a dargli un nome e ad avere comprensione) e aiutarli a sviluppare maggior affettività ed empatia “sintonizzandosi” sul vissuto emotivo dei figli, comprendendoli e mai ridicolizzando o sminuendo le loro emozioni, al di là dei modi in cui queste vengono espresse. Categorie diagnostiche come ADHD, disturbo oppositivo-provocatorio ed altre, sebbene utili a creare un linguaggio “universale e condiviso” tra professionisti, non devono far dimenticare o far passare in secondo piano le dinamiche sottostanti al rapporto umano unico e irripetibile che si instaura tra genitori e figli. Molti di questi esiti derivano proprio dall’aver mascherato, negato e annullato le emozioni del bambino, non convalidandole e di conseguenza non dandogli l’opportunità di esprimerle. Dott.ssa Barbara Procopio, Psicologa |
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