L’attaccamento e l’angoscia della perditaIl bambino piccolo instaura un tale legame con la madre da rendere difficile ogni tipo di separazione, scopriamolo attraverso gli studi di John Bowlby. Di Mariagiovanna Grifi
Un altro aspetto molto studiato da Bowlby è la separazione. Quando il bambino viene separato dalla madre, anche per pochissimo tempo, soffre enormemente. Ciò che gli provoca questo dolore lancinante non è la mancanza temporanea della madre, ma la paura (e spesso la convinzione) che la madre non tornerà più. L’angoscia provata dal bambino viene da Bowlby paragonata al lutto. Il bambino non sa che la madre tornerà, il suo allontanamento è percepito come perdita. Questo spiega i suoi pianti disperati, per esempio nei primi tempi che viene lasciato al nido. E spiega perché ci vuole tempo per accettare che la madre vada via e per rendersi conto che poi tornerà. Ci vogliono delle strutture mentali che si formano pian piano, che permettano al bambino di ragionare anche su ciò che non è nel suo campo visivo; alcuni studiosi (in primis Piaget), infatti, ritengono che per il bambino molto piccolo solo ciò che vede esiste. Infine, ci vogliono nuovi legami, per esempio con le educatrici, che aiutino il bambino a superare la sensazione di perdita e sentirsi al sicuro anche senza la presenza dei genitori. |
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